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CENNI STORICI

VIECAVE (mt.750 s.l.m), collocata al centro del Frignano, antica terra del Liguri Frignanti, sottomessi da Roma nel 187 a.c., si inserisce nel quadro della problematica storica di questo territorio e nel contesto dell'antico sistema viario del Frignano Centrale.
L'antica strada "Mutina - Pistoria", probabilmente ricalcata su un itinerario ligure, proveniva da S.Dalmazio e, proprio attraverso Viecave, si dirigeva a Monteobizzo, luogo dove lo storico Sorbelli identificò il nucleo dell'antichissimo "Castrum Feronianum".
Lo stesso toponimo "Viae cava" o "Viarum cavarum" è estremamente significativo e potrebbe derivare da "Viae capite" (strada o strade principali); da Viecave dovevano infatti dipartirsi altre strade importanti dirette verso il fondovalle del fiume Panaro attraverso Iddiano, località che offre di sè una suggestiva visuale panoramica ad est di Viecave.
La chiave di lettura è quindi quella offerta dal contesto territoriale antico (romano-bizzantino) nel quale Viecave, controllando questo importante nodo stradale, veniva a costituire una postazione fortificata periferica del "Castrum Feronianum" stesso.
Il complesso, sviluppatosi in varie fasi di accrescimento quasi a formare una corte, è costituito da una torre contornata dai ruderi del Castello medioevale, da un caseggiato in linea comprendente all'estremità est una casa-torre e dalla parte opposta, staccato, un edificio di servizio agricolo.
La torre, tra le più antiche del Frignano, presenta elementi di stile romanico particolarmente evidenti nel portale rialzato sul lato est ed una monofora a doppia strombatura sul lato nord.
I ruderi del castello, ricordato come parte dei feudi dei Montegarullo in un trattato di alleanza che questi Signori strinsero con Bernabò Visconti nel 1370, si trovano sul pendio a sud della torre.
Terminato il periodo feudale, Viecave dovette continuare a rappresentare il centro di raccordo della popolazione sparsa della zona; alla metà del XV secolo sappiamo con sicurezza che formava un Comune autonomo.
Nel 1447, i comuni di Benedello, Chiagnano, Viecave, Iddiano, Monteobizzo si unirono amministrativamente formando la comunità dei "Montis et Unitorum".
Ed è questo, appunto, il periodo al quale risale la parte più antica del caseggiato comprendente all'estremità est una casa-torre con colombaia, dove è inserita una bifora d'arenaria di buona fattura.
La costruzione aumentò via via nel tempo, in un arco che va dal XV al XVIII secolo.
Lo dimostrano, fra l'altro, i cinque portali in grossi conci d'arenaria sagomati: due a mensole concave, tipici del secolo XV, e tre a tutto sesto, due dei quali datati 1565 e 1682.
L'organismo così formato è mirabilmente compenetrato su vari livelli con un salire e scendere di sale allietate dai rustici focolari.
Alcune finestre, corredate da pregevoli sedili in pietra, sembrano fatte perchè l'ospite possa godere, ad un tempo stesso, la vista della fiamma del focolare e la vista di suggestivi panorami esterni.

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